San Valentino tra storia e leggenda

INTRODUZIONE
In questi ultimi anni si è creata molta confusione sulla veridicità riguardante l’esistenza di S. Valentino Prete e Martire, Patrono del Comune e degli Innamorati, per le notizie, talvolta discordanti, pervenute da varie fonti.  Problema questo che riguarda la maggior parte dei Santi Martiri dei primi secoli della Chiesa come S. Sebastiano, S. Cristoforo ed altri.

Il nostro S. Valentino viene confuso con il Vescovo di Temi anch’esso morto martire a Roma nel III secolo e in alcuni casi addirittura dichiarato inesistente (Biblioteca Sanctorum).

Ma il vero cristiano non si pone tanti problemi perché si rivolge ai Santi per essere aiutato dal loro esempio e dal loro modo di vivere imitando Cristo perfezionandosi nella vita cristiana per raggiungere la santità.
Noi vogliamo basare il culto del nostro S. Valentino, che è ormai celebrato già da cinque secoli nel nostro territorio, non tanto sulla veridicità storica, (tenendo presente che le fonti sono vaghe sia per S. Valentino Prete che per S. Valentino Vescovo, quindi mettere in dubbio l’uno significa mettere in dubbio anche l’altro), ma sulla Tradizione popolare fortemente sentita che dà testimonianza dell’ importanza che questo Santo ha nel nostro Comune e nell’agro nocerino-­sarnese.
Grazie alla famiglia dei Duchi Capece Minutolo che, avevano forti legami con la Curia Romana, si ebbe in dono una notevole reliquia del Santo (il braccio destro) fatta prendere dal resto del corpo presente nella Basilica di Santa Prassede in Roma dove il santo Prete viene riprodotto in alcuni importanti mosaici d’epoca.
Il braccio di S. Valentino gelosamente custodito in un artistico reliquiario d’argento è esposto alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre della Città.
Nel 1937, il Vescovo di Cava e Sarno Mons. Pasquale Dell’Isola per volontà della Principessa Nunzia Capece Minutolo di S. Valentino ne scrive la vita attingendo notizie dai Bullandisti.
Anche l’ iconografia religiosa attraverso i secoli ne ha dato testimonianza: tra i tanti artisti che hanno riprodotto l’immagine ne ricordiamo uno in particolare, Jacopo Bassano, il quale su una tela ha raffigurato S. Valentino Prete intento a battezzare S. Lucilla, a sua volta destinata al martirio. A Roma sulla via Flaminia ci sono anche le catacombe dedicate a Lui che conservano notevoli riferimenti che fanno credere all’esistenza di S. Valentino Prete e Martire.
S. Valentino è un esempio per tutti noi da seguire e da imitare sopratutto nel vivere il Vangelo e in tanti anni la preghiera rivolta a questo Santo ha indicato a molti la strada dell’Amore vero che, ha come unica meta, Gesù! Continuiamo serenamente a pregare e ad invocare la sua potente intercessione perché la sua testimonianza d’Amore a Dio e agli uomini offerta fino al martirio ci sproni ad operare nel mondo sempre di più per il Regno di Dio affinché si diffonda l’amore, la gioia e la pace.
E’ questa una ristampa della pubblicazione sulla vita del Santo, scritta dal Vescovo Mons. Dell’Isola.
In alcune parti è stata riveduta per renderne più accessibile la lettura e la comprensione per i giorni nostri.

BREVI CENNI STORICI SULLA VITA DI S. VALENTINO, PRETE E MARTIRE
Nella seconda metà del III secolo dopo Cristo, il Sacerdote Valentino, trascorreva la sua vita nella capitale dell’ Impero Romano, tutta dedita all’amore verso Dio e verso il prossimo. La sua carità non conosceva limiti. In ogni povero, in ogni ammalato nel corpo e nell’anima, egli vedeva l’immagine viva di Gesù Crocifisso. A quanti lo avvicinavano tendeva la sua mano generosa; a tutti i bisognosi dava saggiamente consiglio e il suo fraterno sorriso, senza chiedere nulla in cambio, sicuro che quanto più i cristiani si sarebbero stretti ai piedi della Croce, tanto più i pagani avrebbero attinto dalla sua umiltà e carità, la forza e lo slancio per correre verso Dio che apriva loro le grandi ali della misericordia.

I fanciulli accorrevano con gioia presso di lui e ricevevano non solo il sostentamento per ·il corpo ma soprattutto il cibo spirituale che li apriva alla vita cristiana.
Distribuiva a tutti e in special modo ai poveri e alle vedove indumenti e cibo che andava raccogliendo tra i cristiani meno bisognosi.

Il profumo della sua santità richiamava attorno a Lui nelle oscure catacombe centinaia di persone e si riunivano per celebrare insieme il Santo Sacrificio, dal quale attingevano forza e coraggio per superare l’ingiusta persecuzione dell’Impero Romano.

Appena scendeva la notte si inoltrava per i vicoli più abbandonati, quando Lui passava, il male scompariva e tutti lo salutavano pieni di gioia. Entrava nelle taverne per donare ai presenti la parola di Dio, attraverso gli insegnamenti di Cristo: tutti lo ascoltavano attoniti e ripensando alla propria vita alla luce della Verità, desideravano convertirsi con tutto il cuore.

Prima che spuntasse l’alba Valentino ritornava nella sua misera stanza e, stretto al crocifisso, riposava le stanche membra sopra una nuda stuoia. Ma a volte per il suo tanto apostolato non riusciva· neanche a ritornare a casa e trovava ristoro tra le mura delle catacombe.

Patrizi e plebei, cristiani e pagani accorrevano da lui per consigli spirituali e materiali, anche i più superbi gli aprivano il cuore, perché attratti dalla sua umiltà, dalla sua parola calda e suadente, che scendeva come balsamo sin nelle più intime profondità dei loro cuori, mentre parlava dell’Amore vero, di quell’Amore che non stanca, non nausea, non avvilisce ma eleva e nobilita l’uomo: un amore che supera ogni barriera di razza, di ceto sociale, di nazionalità e che faceva scomparire la distanza tra padroni e servi, tra cittadini romani e barbari, perché tutti figli dello stesso Padre e tutti in cammino verso la vita eterna.

Alle folle assetate di verità, parlava dell’unico e vero Dio, non freddo e impassibile nei confronti dell’uomo, sua creatura, ma tutto amore e carità infinita tanto da donare il suo unico figlio Gesù, che si era incarnato tre secoli prima nel seno purissimo della Vergine Maria per opera e virtù dello Spirito Santo e fattosi uomo, si era caricato dei peccati dell’umanità, lasciandosi crocifiggere sul Golgota come un volgare malfattore.

Rivolgendosi alle donne parlava loro della Vergine di Nazareth, madre del Dio fatto uomo e queste stringevano al loro seno i figli invocando la benedizione del Signore.

Alle sue parole maturavano veri segni di conversione: gli anziani non rimpiangevano più la loro giovinezza, i padroni si rivolgevano amorevolmente ai loro schiavi e i ricchi condividevano i loro beni con i poveri e quanti non credevano ancora al Vero Dio si domandavano “Ma chi è quest’uomo?” “Di quale Dio è sacerdote? Va in giro a piedi nudi e veste con abiti poveri, non chiede nulla per sé e chiama fratelli ricchi e poveri, è vicino agli esclusi e cura e abbraccia i lebbrosi. Come è diverso dai nostri sacerdoti! E come è differente il nostro dio dal suo Dio di Amore. E chi è quella Vergine Madre della quale parla con tanta dedizione?” Molti di loro silenziosi e pensierosi per le cose udite ritornavano alle loro case, evitando di passare davanti ai templi degli dei falsi e bugiardi.

La fama di Valentino si diffuse in tutta Roma fino ad arrivare alle orecchie dell’Imperatore Claudio II, detto il gotico, per le vittorie riportate sui Goti, questi volle conoscere personalmente Valentino e lo invitò a corte.
Benchè pagano, accolse molto affabilmente l’umile Sacerdote di Cristo; lo invitò a sedere accanto a sé e gli chiese della sua vita e della sua religione. Dopo averlo ascoltato si rammaricò fortemente che un uomo dalla parola così affascinante e di una così vasta cultura non volesse offrire sacrifici al sommo Giove e agli altri dei dell’Impero e che, così apertamente disprezzasse tali divinità, mettendosi anche contro la legge e l’Imperatore.
Valentino balzò in piedi e con una parola calma  ma alta, affinché tutti potessero udire gli rispose:
“Se tu desiderassi la mia salvezza, o grande principe buono e saggio, metteresti da parte i tuoi falsi idoli e adoreresti il Vero ed Unico Dio, Padre amoroso di tutti gli uomini e Creatore del cielo e della terra e di quanto contiene l’universo; e crederesti in Gesù, suo unico figlio e Vero Dio,fatto uomo per mezzo dello Spirito Santo nel seno purissimo della Vergine Maria. . . Dio è presente in mezzo a noi, Egli ti ha dato la vita e lo scettro. Egli dà forza ai giovani ed ai vecchi, ad uomini e a donne per affrontare con vigore gli atroci martirii nelle campagne, nelle piazze, nelle ampie arene già arrossate dal sangue innocente dei cristiani; e dalle loro bocche non è uscito mai un lamento, mai una parola contro l’imperatore e i carnefici, ma solo desiderio ardente di ricongiungersi al Creatore e una fervente preghiera perché la divina grazia possa illuminare le menti più annebbiate dall’errore e penetrare nei cuori di tutti voi. Ascoltami. o principe, e lo splendore del tuo regno crescerà; i tuoi nemici saranno dispersi e mangeranno polvere davanti alle tue legioni che marceranno nel nome di Cristo; e dopo questa breve vita terrena regnerai in eterno. O principe valoroso, ripudia la tua falsa religione, credi in Dio e in tutto ciò che insegna il Vescovo di Roma, chiedi perdono dei tuoi peccati e immergiti nel lavacro battesimale che ti renderà puro come un angelo e degno di ricevere le beatitudini celesti”.
L’Imperatore non rispondeva, ma chinava la testa come sopraffatto da profondi pensieri: dalla sala si levò un vago mormorio, finché il prefetto Calpumio, avvicinatosi all’Imperatore esclamò con voce piena di odio “Ma che cosa va blaterando quest’uomo? Lasceremo noi la nostra religione, la religione dei nostri avi per abbracciare una miserabile setta ebraica, unicamente per le sue ciarle?”

L’Imperatore rimase perplesso e ordinò che il sacerdote Valentino fosse esaminato con maggiore cura e calma. Calpumio, pertanto, affidò Valentino al giudice Asterio, uomo illustre per prudenza e intelligenza, affinché lo obbligasse a sacrificare a Giove e all’Imperatore anche usando la forza.
Valentino appena entrò nella casa di Asterio s’inginocchiò e alzando le braccia al cielo, esclamò:  “O Signore del cielo, della terra e di tutte le cose, Padre amoroso di tutti gli uomini, che mandasti sulla terra l’Unigenito tuo Figlio, Gesù: o Creatore increato, fà udire la tua voce agli abitanti di questa casa, illuminali della tua luce affinché anche loro possano vedere e riconoscerti come il solo Dio, Uno e Trino. E Tu, Gesù che sei la vita e la luce vera, rischiara la mente e i loro cuori.”
Asterio meravigliato gli chiese chi fosse questo Gesù che è la vera luce. Valentino rispose: “Fratello mio carissimo, Egli è il Figlio di Dio, che assunse la nostra natura umana nel seno della Vergine Maria e per i nostri peccati morì Crocifisso, Egli è la vera luce che illumina ogni uomo”.

Asterio credendo che parlasse della luce materiale esclamò: “Voglio una prova tangibile di quello che tu dici! Dimostrami che il tuo Cristo sia quella luce che rischiara ogni uomo e quel Dio di cui tu ti vanti tanto! lo ho una figlia, unico frutto del mio amore che io amo, in modo tale che tu non puoi mai immaginare, perchè sangue del mio sangue, carne della mia carne, già promessa sposa di un nobile romano, che l’ama tanto, da circa due anni ha perso la vista; invano, ogni mattina protende il suo dolce viso verso il sole, ma per lei resta sempre e solo calore! Va brancolando tutto il giorno per la casa sognando danze e corse per i prati fioriti. Per questo suo male la nobile famiglia del suo amato non ha più permesso le nozze e i due innamorati ne soffrono tanto, invano ho offerto ai nostri Dei candidi agnelli e grossi buoi … , invano ho bruciato in loro onore i profumi più preziosi ma non è accaduto niente … Rendile la vista! sanami la mia creatura ed io crederò al tuo Dio e a suo figlio, Gesù Cristo. Guai a te, prete, se mia figlia non riavrà la vista! I tormenti più atroci dilanieranno il tuo corpo e dopo lo darò in pasto alle fiere. Ecco, mia figlia sta arrivando,· accompagnata dalla madre”.
Valentino rivolse gli occhi al cielo, incrociò le braccia sul petto e cominciò a pregare: “O Dio Padre di Misericordia, tu che offristi tuo figlio per portarci dalle tenebre alla luce, ascolta la mia umile preghiera. Tu che apristi gli occhi al cieco nato e strappasti dalla morte Lazzaro; Tu che sei la vera Luce, ridona la vista a questa creatura e fa che la tua Grazia risplenda su di lei e sugli abitanti di questa casa”. Così pregò il Santo prete e stendendo le mani sugli occhi della fanciulla invocava la misericordia del Signore. Come svegliatasi da un lungo sonno la fanciulla aprì gli occhi, si girò intorno ammirando le bellezze che per tanto tempo le erano state negate, si gettò in ginocchio davanti al santo sacerdote e insieme ai genitori, profondamente commossi, ringraziavano Dio per la guarigione ottenuta. Il giudice Asterio allora supplicò Valentino di parlargli del suo Dio e di istruirlo alla conoscenza della vera fede. Dopo pochi giorni Asterio, la sua famiglia e gli abitanti della sua casa furono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La notizia del miracolo subito si diffuse e anche il fidanzato della figlia di Asterio e i suo_i genitori chiesero di essere battezzati. Dopo poco tempo i due giovani poterono realizzare il loro sogno d’amore, diventando marito e moglie e Valentino stesso benedisse le loro nozze.
L’Imperatore Claudio avendo saputo di questa nuova e clamorosa conversione, ordinò che Asterio e gli abitanti della sua casa fossero messi a morte e tutti ricevettero il martirio nei pressi di Ostia alla foce del Tevere.
Calpurnio irritato per quello che era avvenuto, ordinò che Valentino fosse rinchiuso in carcere e fosse torturato, condannandolo all’estremo martirio.
Il mattino del 14 febbraio dell’anno 270, Valentino, con le mani legate dietro la schiena come un volgare malfattore, veniva trascinato fuori dal carcere e portato sulla via Flaminia. Due aguzzini lo tenevano ben stretto con una catena e altre guardie armate lo circondavano. Una folla incomposta e ubriaca seguiva quel corpo piagato da penitenze e da torture, insultandolo e percuotendolo.
Valentino procedeva sereno e tranquillo con gli occhi rivolti al cielo e le labbra schiuse ad un dolce sorriso, intento a pregare per i suoi carnefici.
Sulla via Flaminia, a mezzo miglio circa fuori della Porta del Popolo, gli aguzzini imperiali cominciarono a flagellare il Santo, mentre Valentino elevava al cielo il suo inno di lode e di ringraziamento. Poco distante da Lui in silenzio e in ginocchio pregava la matrona romana Savinella (o Sabinilla). valentino continuava a professare la propria fede nel Dio Uno e Trino, e quando gli aguzzini si stancarono di torturarlo, offrì il capo alla mannaia, dopo aver elevato al Signore la sua ultima preghiera “Perdona loro Signore, nelle tue mani rimetto il mio spirito”. Il sacrificio tante volte desiderato si compiva: l’altare era la terra, incenso il profumo dei fiori e, musica l’armonia degli angeli discesi a raccogliere la sua anima e a portarla nella gloria dei santi. La folla si allontanò in silenzio mentre il corpo del santo prete Valentino giaceva senza vita sopra la nuda terra, intrisa del suo sangue.
La matrona Savinella ( o Sabinilla) raccolse le sue spoglie mortali e le seppellì nello stesso luogo del martirio.
Qui Papa Giulio I fece costruire una Chiesa e un monastero. La Chiesa fu distrutta in seguito per un’incursione dei barbari che, successivamente, fu riedificata da Papa Teodoro nel 645.

Poche reliquie del corpo di S. Valentino vengono custodite nella Basilica Romana di S. Prassede. La più insigne, il braccio destro, è custodita in una preziosa urna d’argento riposta sotto l’altare a Lui dedicato nella Chiesa Madre di S. Valentino Torio, dove particolarmente gli innamorati, di cui è il Patrono, si recano per pregare e per affidargli il loro amore.

 

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